Racconti da un paese che non c'è by Boleslaw Prus & Silvano De Fanti

Racconti da un paese che non c'è by Boleslaw Prus & Silvano De Fanti

autore:Boleslaw Prus & Silvano De Fanti [Prus, Boleslaw & Fanti, Silvano De]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788829703012
editore: Marsilio
pubblicato: 2020-08-27T00:00:00+00:00


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Storia di una lettera

Amico mio, mi dici che il Padreterno è il più bravo dei drammaturghi perché offre sempre le soluzioni meno attese. Hai ragione, e te lo dimostro con questa storia.

La lettera di Jaś, priva di francobollo, rimase appesa a lungo nella cassetta, pur essendo molto ma molto urgente. Passavano di là moltissime dame, di quelle che si divertono solo con lo scopo di asciugare le lacrime dell’umanità sofferente e ciascuna delle quali è talmente pia che subito dopo il funerale di prima classe viene portata al suo palazzo personale nel Regno Celeste46. Eppure nessuna di loro si prese la briga di guardare quella povera letterina che pareva gridare a squarciagola di essere spedita a Wółka! Passavano bellissime damigelle dalle gote di mirtillo rosso, e così buone, innocenti, misericordiose, insomma, così perfette che la loro apparizione distraeva gli affamati impiegati postali e alla loro visione postiglioni e bryftrygierzy47 si segnavano come di fronte alle immagini miracolose… Ma nessuna di loro si interessò mai della letterina.

Passavano di là signori vecchi e giovani, con la pelliccia o il paltò, con le calosce basse o profonde. Uno aveva gli occhiali dorati, un altro il bastone d’avorio, quello offriva ai conoscenti sigari che costavano parecchi złoty, quell’altro possedeva una palazzina e quell’altro ancora il più buon cuore del mondo. Molti di loro erano soci dell’Associazione di beneficenza48 o dell’Associazione per l’incentivo delle belle arti49. Molti stavano in apprensione per i paralitici, ma a nessuno venne in mente la lettera di Jaś che da tempo giaceva nella cassetta.

Alla fine anche la lettera riuscì ad attirare l’attenzione su di sé.

Un tizio secco e calvo con un lungo cappotto blu passava quotidianamente per il cortile della posta. Era un vecchietto cattivo e astuto! Quanti signori che viaggiavano in carrozza aveva mandato sul lastrico, quanti mercanti aveva fatto spedire in via Leszno50, quante vedove e orfani aveva mandato in rovina, a quanti giovani aveva compromesso la carriera con spropositati interessi… Lo sapremo soltanto il giorno del giudizio universale.

Siccome per tutta la vita il vecchietto aveva scritto lettere a carico del destinatario, dava spesso un’occhiata alla cassetta nel timore che la posta potesse averne rifiutata qualcuna che non aveva affrancato. E proprio durante una di queste visite aveva letto l’indirizzo:

«Nelle mani dell’egregio e caro signor Anzelm… a Wółka, che venga subito».

A quella vista il vecchio andò in bestia e sbattendo il bastone sulle pietre borbottò:

«Ma che asinaccio! Vuole che la lettera arrivi presto e non attacca il francobollo…!»

Con quelle parole corse rapidamente verso il portone, ma lì si fermò di botto e borbottò nuovamente:

«Ben gli sta, che stia più attento!»

Ma a metà di via Nowosenatorska si fermò di nuovo, e come se stesse litigando con qualcuno disse rabbiosamente:

«Ma stiamo scherzando? Io… io dovrei comprare il francobollo per questi spiantati? Per questi mariuoli? Ti puoi mangiare il diavolo, se riesci a convincermi!»

Ma era vano il suo sottrarsi, vane le imprecazioni e i tentativi di proseguire la sua corsa! La possente mano destra di Dio lo aveva afferrato per la collottola e dalla piazza del Teatro51 lo fece tornare alla posta.



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